Conus zebrinus (Foresti, 1887)
 
 
Descrizione e caratteristiche:
La
 forma  generale  di  questa  conchiglia  è
piuttosto  allungata. La  spira  elevata  e non  molto
 acuta;  si  compone  di  9 a 10  anfratti
un poco convessi,  divisi  fra  loro  da  una
sutura  stretta,  profonda ed  un  poco
 ondulata ; l’ultimo giro forma  un  angolo
 molto  ottuso alla  sua parte  posteriore  e termina
 restringendosi  gradatamente; il  profilo  è appena
 appena  convesso.  L’apertura  è ristretta
 superiormente e sembra si  allarghi  un  poco  alla
 sua  porzione  anteriore; il  labbro  esterno  è
rotto;  la  columella  è ravvolta inferiormente ed  il
 canale  non  è molto profondo  ed  abbastanza
 largo.  Numerosissime  e finissime  linee  di
 accrescimento  si  osservano  sopra  tutte le spire;
 alcune linee  trasversali, visibili,  ed  anche
 debolmente con l’ aiuto  della  lente  si  osservano
 nell’ultimo  anfratto,  il  quale mostra  poi
 al  cominciare  del  suo  terzo inferiore  delle
strie, varie per  dimensioni  e per  profondità
 ed  irregolarmente  disposte; mano a mano  che  si
 avvicinano  alla  base  si  fanno più  oblique
 e più apparenti,  ed  all’ ultima estremità  si
 vedono  esse  pure  obliquamente coperte  come
 da  una  specie  di  fascia,  formata  da
un  gruppo  di linee  di  accrescimento  stipate
 fra  loro (1).
 
Una colorazione tutta speciale orna questa conchiglia. Sono linee color rosso-giallo, strette, che seguitano l'andamento delle linee di accrescimento, e perciò curve e colla concavità volta verso l’apertura sui primi anfratti e sulla porzione posteriore dell’ ultimo, mentre sul resto della superficie di questo, scendono leggermente ondulate e parallele all’asse. Non tanto per la forma, quanto per la colorazione diversa da quella che si suole osservare in alcuni esemplari fossili, dove generalmente si trova formata da linee o intere, o punteggiate, o spezzate disposte trasversalmente, ho creduto interessante di questo esemplare dare una descrizione ed una figura, considerandolo in pari tempo come una specie nuova (1).
Per la forma generale e per le dimensioni presenta moltissima somiglianza col C. pyrula (Brocchi, 1814) e col Conus (Chelyconus) fuscocingulatus Bronn., disegnato dall’Hoernes K. tav. I, fig. 11. Somiglia ancora ad alcune forme del C. mediterraneus Brug. vivente nei nostri mari, ma in generale gli esemplari dell’ attualità od hanno gli anfratti, specialmente l’ultimo più convessi o si presentano colla spira più allungata. Ma tutte le specie ora indicate e che per la forma avrebbero qualche somiglianza col C. zebrinus, ne sono poi affatto diverse per la colorazione; mentre invece per la sola colorazione, la specie in discorso sembra avvicinarsi a quella forma appartenente al gruppo del C. mediterraneus che il De Gregorio ha chiamato F. scippus, dicendo che la colorazione consiste in zone longitudinali, gialle, ondulose, assiali, e raccolto nel pliocene di Altavilla; ma ne è poi diverso per la forma, che secondo il suddetto autore è identica alla fig. 5, tav. III dell’Hoernes M., riferita al C. ventricosus. Parimenti per la colorazione avrebbe pure qualche analogia colle seguenti specie viventi, e cioè col C. zebroides Kiener, ma in questo le strie sono più larghe, più numerose, spesso interrotte ed aventi una tinta molto più scura; e con una varietà del C. regius vivente nell’Oceano Indiano, specialmente per la tinta e per la grossezza delle linee colorate, ma in questo sono numerosissime, mentre in minor numero si contano nell’ esemplare fossile (1).
Raccolto
 nelle  sabbie  gialle  plioceniche  di
 Zappolino  nel bolognese.
Lunghezza 32 mm, larghezza 15 mm.
 
Simile al Conus pyrula, come già evidenziato da Foresti, se ne potrebbe differenziare per la colorazione delle linee longitudinali disposte lungo le linee di accrescimento invece che ondulate, e per le “numerosissime e finissime linee di accrescimento si osservano sopra tutte le spire”, che non si capisce se siano presenti nell’esemplare esposto presso il Museo Geologico Cortesi. Il Conus zebrinus sembra più allargato verso la base, ma potrebbe essere solo una caratteristica dell’esemplare descritto. La presenza del Conus pyrula nelle stesse località era nota a Foresti (4).
Per
quanto riguarda la località, Zapolino dista circa 120 km dalla Val Vezzana.
 
 
 
 
 
 
Bibliografia Consultata