Conus asyli |
(De Gregorio, 1880) |
Conus oloformis |
(De Gregorio, 1880) |
Conus pendulus |
(De Gregorio, 1880) |
Conus pertectus |
(De Gregorio, 1894) |
Conus peterlini |
(De Gregorio, 1880) |
Conus pusillanimis |
(De Gregorio, 1880) |
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Conus bimarginatus |
(Mayer-Eymar, 1888) |
Sono qui descritte alcune specie di Conus
dell’Eocene italiano, per le quali non sono riuscito a reperire disegni o fotografie
di olotipi che siano di qualità sufficiente a mostrarne chiaramente le
caratteristiche. Per quanto riguarda l’italia, una zona con
affioramenti appartenenti all’Eocene che è stata ripetutamente studiata è
quella di San Giovanni Ilarione, in Veneto. La prima segnalazione dei fossili
di San Giovanni Ilarione è di Brongniart nel 1823, ma i primi studi sulla
posizione stratigrafica di questi affioramenti si devono a Suess nel 1868.
Attualmente, gli strati di San Giovanni Ilarione sono riferiti ad un arco di
tempo compreso tra il Luteziano inferiore e il Luteziano medio (Eocene
medio). Nel 1880, De Gregorio pubblicò la monografia
“Fauna di S. Giovanni Ilarione” in cui illustrò alcune specie, senza
riuscire tuttavia a descriverle tutte. Tra il 1896 e il 1898, Vinassa De Regny pubblicò
un trattato completo di tutte le segnalazioni fino ad allora conosciute, per
quanto riguarda i molluschi di San Giovanni, ma le illustrazioni rimangono
quelle delle tavole relative alla monografia di De Gregorio del 1880. Altri
Conus appartenenti all’Eocene sono stati descritti dalle seguenti
località italiane: Friuli, Veneto (Roncà, Val Orcagna, Caldiero, Monte
Postale), Sicilia (Monreale). |
Conus (Conilithes) asyli |
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Conus
(Conilithes) asyli (4) (De Gregorio, 1880) mm. 20 |
De
Gregorio descrive il Conilithes asyli (De Gregorio, 1880), da lui
collegato ai Conorbis, come una specie rara: non ne conosce altri
esemplari, in S. Giovanni Ilarione, oltre a quello da lui esaminato, di 20
mm. di altezza. Il labbro ispessito farebbe pensare ad una conchiglia spessa,
ma l’esame di esemplari rotti di Palermo mostra che le pareti del Conilithes
asyli sono sottili. Il primo giro dell’apice è submammillato, non
aggomitolato, e forma un’elica disgiunta (De Gregorio, 1880) (1). Mi
sembra tuttavia che nei Conorbis l’apertura abbia una lunghezza
inferiore, in rapporto alla lunghezza totale della conchiglia. |
Conus (Lithoconus) oloformis |
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Conus (Lithoconus) oloformis (4)(De
Gregorio, 1880) mm. 19 |
Il Lithoconus oloformis (De
Gregorio, 1880), la cui altezza è 19 mm., non è raro, ma tutti gli esemplari
in possesso di De Gregorio erano in cattivo stato, per cui la determinazione
rimase abbastanza incerta. La spira del L. oloformis è convessa. I primi
giri si staccano un poco dagli altri, quasi a formare un nodulo. De Gregorio
fece notare una certa somiglianza soprattutto con il Leptoconus
diversiformis (Deshayes, 1835) (1),
tuttavia l’arrotondamento della spalla e l’allargamento dell’ultimo giro rendono
evidente che tale somiglianza non è proponibile. Si tratta a mio avviso di una
specie dalla forma caratteristica, che attraverso una non identificata specie
dell’Oligocene, si potrebbe porre come antenato del Conus bitorosus. |
Hemiconus pendulus |
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Hemiconus pendulus (4)
(De Gregorio, 1880) mm. 12 |
Hemiconus eszterhazyi
(Papp, 1897) Tav. II – fig. 12 mm. 4 x 2 Forna,
Vertes Mts., Hungary |
Hemiconus sp. Hemiconus pendulus mm. 17 |
Hemiconus douvillei 70. NHMUK PI TG 26900 (leg. S. TRACEY) Néhou mm. 10,1 |
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Hemiconus eszterhazyi ? (4) N. 590 Cava Albanello – Nogarole Vicentino Collezione Paleontologica Terenzio Conterno Museo G. Zannato Montecchio Maggiore (Vicenza) |
[Antera
Petri] |
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Alto
12 mm., sulla carena delle spire l’Hemiconus pendulus presenta dei
tubercoli, che nei primi giri assomigliano a crenulature, ma prendono forma
sulle spire successive. L’ultimo giro è regolarmente conico e presenta linee
continue in rilievo. Sono interessanti le osservazioni fatte da De Gregorio,
nella descrizione di questa specie: sottolineando la somiglianza del C.
pendulus con il Conus lineatus, nove anni prima che Cossmann
definisse il sottogenere Hemiconus (Cossman 1889), egli
espresse la convinzione che il Conus pendulus, il Conus scabriculus
e il Conus lineatus (egli aggiunse anche il Conus parisiensis) potessero
essere considerate come leggere modificazioni di un’unica forma, per la quale
egli propose il Conus
concinnus. Per
queste forme di Conus, in parte o totalmente striati, con la spira
munita di carena crenulata e nodosa, pensò ad uno smembramento dei Conus,
e suggerì il nome Coroconus. Non osò però proporre questa divisione,
ritenendo di non avere sufficienti conoscenze (1). La figura è molto simile a
quella dell’Hemiconus
eszterhazyi e l’ipotesi di associarlo all’ H. eszternhazyi
potrebbe essere giustificata dalla posizione geografica di quest’ultimo,
l’Ungheria nonché dall’immagine degli esemplari N. 590 appartenenti alla
collezione Conterno, che mi è stata cortesemente inviata da Ermanno
Quaggiotto. L’Hemiconus
pendulus è segnalato anche in Bosnia
Erzegovina (Bristvenička River) a pag. 420, ma non è riportata
alcuna figura. ------------------------------------ Un
esemplare di Hemiconus raffigurato sul sito International Fossil Shell
Museum, indicato come Hemiconus sp. proveniente da Grola
(Luteziano), sembra anch’esso un Hemiconus pendulus, ma sulla sua
destra mostro un esemplare di Hemiconus douvillei per confronto. |
Conus (Stephanoconus)
peterlini |
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Conus (Stephanoconus) peterlini (4)
(De
Gregorio, 1880) |
L’esemplare di Stephanoconus
peterlini descritto da De Gregorio si trovava al Museo di Vicenza, ma
quasi sicuramente è andato distrutto durante i bombardamenti: la specie è stata
dedicata da De Gregorio all’allora direttore del Museo. La forma della spira
è descritta da De Gregorio come quasi identica a quella del C. crenulatus,
mentre l’ornamentazione richiama maggiormente quella del C. sulciferus,
formata da tubercoli delimitati alla carena di ogni spira, soprattutto per la
presenza di una sutura che divide nettamente ogni spirale dalla precedente
(1). Caratteristica di questa
specie è la protoconca di grandi dimensioni. |
Conus
(Conilithes) pusillanimis |
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Conus (Conilithes) pusillanimis (4)(De
Gregorio, 1880) |
Nella descrizione del Conilithes
pusillanimis, De Gregorio non si dilunga, limitandosi a notare che questa
specie presenta la superficie levigata ed ha le crenulazioni della carena
molto leggere, quasi cancellate (1). |
Conus pertectus |
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Conus pertectus(De Gregorio, 1894) Eocene
- Monte Postale |
(Mayer, 1888) mm. 17 x 7 Eocene - Monte Postale |
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Pur
non possedendo esemplari di questa rarissima specie, Vinassa De Regny non
esita ad identificare la specie descritta dal De Gregorio con il Conus
bimarginatus (Mayer, 1888) (1),
della medesima località. |
Coquille de petite taille,
assez longue, biconique, couverte de petits sillons transverses. Spire
conique, assez longue, á sommet pointu. Tours au nombre de neuf environ,
étroits, séparés par une suture linéaire, légèrement canaliculés au milieu,
relevés en bourrelets obtus le long des sutures. Dernier tour du double plus
long que la spire, anguleux en arrière. Ouverture très étroite, à bords
parallèles. Parmi les petits Cônes
éocènes, c'est, je pense, le C. Defrance, du
calcaire grossier, auquel mon espèce ressemble le plus. Or, elle en diffère
par son système de sillons transverses et aussi, paraît-il, par sa spire un
peu moins pointue et plus régulièrement conique(2). Unicum. |
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Bibliografia Consultata